Oggi nessuno penserebbe mai di poter entrare in un bar, comprare un caffé, pagare con un pezzo di carta bianca ed uscirne tranquillamente (beh, magari qualcuno ci avrà provato e non gli sarà andata molto bene!).
Ma da quando il Bitcoin ha fatto la sua apparizione nel mondo virtuale del Web, sempre più negozi li accettano come mezzo di pagamento per i propri beni e servizi.
Se ci pensi bene, è come se tu prendessi questo mio post, lo stampassi, lo utilizzassi come mezzo di pagamento e venisse accettato tranquillamente. Detto così sembra semplicemente assurdo, ma in realtà proprio non lo è.
Ti faccio un esempio: se prendi un sasso da terra, che di per se non vale nulla, lo scolpisci e ne realizzi un bell’oggetto e poi gli dai un valore monetario, fintanto che la società lo considererà “di valore”, sarà utilizzabile per comprare o scambiarlo con qualunque altra cosa. Questo vale per un sasso, un quadro, un pezzo di legno, un fiore e qualunque altra cosa la natura o l’umanità possa creare.
E, ovviamente, questo vale anche per il Bitcoin e le altre criptomonete. Inizialmente nate per essere solo virtuali, ad un certo punto qualcuno gli ha dato un valore nel mondo reale, rendendole scambiabili con qualunque altra moneta “reale” che tutti noi oggi usiamo e nelle quali tutti abbiamo fiducia (dollari, euro, ecc.).
Così il virtuale è diventato reale, almeno fino a quando il mercato lo accetterà.